IMPLANTOLOGIA

Centro Odontoiatrico Fortis

Alta specializzazione in chirurgia orale, implantologia e patologia orale

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Eccellenza in chirurgia e implantologia orale

Il Centro Odontoiatrico Fortis è rinomato come punto di riferimento per qualsiasi esigenza in materia di salute e benessere del cavo orale.

Tra le numerose specializzazioni del Centro, riveste un ruolo centrale la chirurgia orale, con particolare attenzione alle branche dell’implantologia e della patologia orale.


Unità funzionale di chirurgia orale

Una buona parte della pratica dell’odontostomatologia moderna è rappresenta dalla chirurgia orale

All’interno del Centro Odontoiatrico Fortis acquisisce infatti una rilevanza importante la pratica della chirurgia, sia ambulatoriale che in anestesia generale, anche in relazione alla disponibilità di tutte le risorse specialistiche che caratterizzano l’ambiente della casa di cura San Camillo. Questo consente di affrontare gli interventi chirurgici in modo sicuro e privo di ansie.


L’unità funzionale di chirurgia orale è caratterizzata da un’ampia disponibilità delle più moderne risorse strumentali, quali il bisturi ad ultrasuonilaser di vario tipo e con diverse indicazioni, nonché il microscopio operatorio.

In linea con la tendenza di tutte le discipline chirurgiche è posta una particolare attenzione all’attuazione di tecniche mini-invasive ed alla riduzione dei tempi operatori (nella quasi totalità delle procedure ambulatoriali della durata al massimo di 40 minuti), così da ridurre lo stress per il paziente e migliorare sia il decorso post-operatorio, che la qualità della guarigione.

Focus: tecniche e tecnologie chirurgiche

Il Centro Odontoiatrico Fortis è un’eccellenza italiana nel settore della chirurgia orale e odontoiatria. Lo studio di Forte dei Marmi dispone infatti di strutture e attrezzature di ultima generazione e si distingue per operare con le più moderne tecniche del settore.

  • Chirurgia orale: quali interventi

    Il campo della chirurgia orale è assai vasto e spazia dal più vecchio degli interventi, l'estrazione dentaria, fino alla più innovative tecniche di chirurgia ricostruttiva ossea.


    In generale l'opera del chirurgo affianca l'operato del Dentista in molteplici situazioni per cui all'interno della chirurgia orale esistono delle discipline particolari, di cui le principali sono: 

    • chirurgia estrattiva, che si occupa delle estrazioni complesse dei denti (soprattutto se inclusi nell'osso)
    • chirurgia delle lesioni cistiche e delle neoformazioni benigne (sia del cavo orale che delle ossa mascellari)
    • chirurgia endodontica, che si occupa di trattare le infezioni dell'apice dei denti
    • chirurgia pre-protesica, che provvede ad ottimizzare la morfologia della bocca così che l'Odontoiatra Protesista possa affrontare nel migliore di modi la ricostruzione protesica (soprattutto quella supportata dagli impianti dentari)
    • chirurgia ortodontica, cioè tutti quegli interventi che aiutano l'Ortodontista nel perseguire il risultato di allineare i denti e creare un rapporto ideale fra le arcate dentarie.

    Ancora il Chirurgo Orale si occupa della chirurgia minore del seno mascellare, quando la patologia è sostenuta  da problemi dentari, e della chirurgia delle patologie minori delle ghiandole salivari.


    Un altro importante compito del Chirurgo Orale all'interno del team odontoiatrico è quello della diagnostica delle lesioni del cavo orale con particolare riguardo alla prevenzione del cancro orale attraverso la diagnostica clinica e l'eventuale esecuzione di biopsie mirate ad una diagnosi istologica.


    L'attività  chirurgica nell'ambito del Centro Odontoiatrico Fortis  spazia in tutti i campi della chirurgia orale, coordinata e diretta dal Prof. Ugo Covani, chirurgo di vasta esperienza e co-autore di un ampio volume di chirurgia orale, adottato come libro di testo in più università  italiane.

  • Il bisturi ultrasonico

    I dispositivi piezoelettrici da taglio, detti anche bisturi ultrasonici, sono comparsi in tempi recenti nella pratica odontoiatrica e consentono il taglio del tessuto osseo e, più in generale, dei tessuti duri.


    Questa caratteristica consente di prevenire le lesioni dei tessuti molli: il bisturi ultrasonico risulta infatti particolarmente utile quando si lavora a ridosso dei tessuti nervosi, come avviene nelle estrazioni dei denti del giudizio e nella rimozione di cisti della mandibola, o quando si vogliono preservare tessuti quali la mucosa sinusale nel corso di interventi sul seno mascellare.


    Il taglio dell'osso con questo strumento è di grande precisione e recenti ricerche hanno dimostrato che ne consegue una migliore guarigione.


    Un'altra indicazione all'utilizzo dei dispositivi ultrasonici è oggi l'intervento di apicectomia, in cui gli ultrasuoni hanno radicalmente cambiato la prognosi e ridotto drasticamente l'invasività e la demolizione chirurgica della radice.


    Il Centro Odontoiatrico Fortis dispone di due bisturi ultrasonici, che si alternano nelle procedure operative.

  • I laser in chirurgia orale e odontoiatria

    Il Centro Odontoiatrico Fortis è dotato di numerosi e vari dispositivi laser (CO2 | Erbio | Diode), così da coprire tutte le possibili applicazioni della cosiddetta odontoiatria laser assistita. 


    In particolare il Prof. Covani, direttore del Centro, insieme al suo gruppo di ricerca dell’Istituto Stomatologico Toscano, ha approfondito, talora in collaborazione con altri importanti Centri di Ricerca, lo studio dei laser per controllare la colonizzazione batterica della superficie radicolare nella malattia parodontale.


    Le loro ricerche sono state oggetto di pubblicazione su importanti riviste internazionali, nonché di un libro sull'utilizzo dei laser in odontoiatria.

  • Il microscopio operatorio in chirurgia orale

    Il microscopio operatorio consente di lavorare ingrandendo fino a 26 volte il campo operatorio.


    L’ingrandimento si rivela utile:

    • ai fini diagnostici, per evidenziare eventuali fratture del dente.
    • ai fini terapeutici, consentendo un più accurato controllo delle procedure operative.

    Si rivela quindi particolarmente utile nella chirurgia endodontica (apicectomie) ed in alcune procedure di chirurgia parodontale. 


    Il microscopio operatorio può inoltre essere usato anche in tutte le altre procedure odontoiatriche, sia a scopo diagnostico che a scopo terapeutico, in quei casi in cui si renda necessaria una visione più dettaglia e precisa.


Unità funzionale di implantologia

Gran parte della chirurgia orale è rappresentata dall’implantologia, cioè la branca dell’odontoiatria che studia ed applica la sostituzione dei denti mancanti con radici artificiali incorporate nell’osso della mascella e della mandibola, così da sostenere denti singoli, gruppi di denti o ancorare e stabilizzare una protesi totale (la comune dentiera).

La pratica dell’implantologia ha oggi raggiunto una diffusione universale e tale progresso è stato favorito dal fatto che l’implantologia è un importante strumento mediante il quale è possibile preservare l’integrità della dentatura residua, diversamente dal passato quando i denti venivano utilizzati per supportare i ponti ed a questo fine limati e rimpiccioliti, riducendone così la durata.


L’implantologia rappresenta un importante settore di attività del Centro Odontoiatrico Fortis, ove operano professionisti di lunga esperienza e dalla vastissima casistica operatoria: il Prof. Ugo Covani, Direttore del Centro, ha un’esperienza di oltre 40 anni di pratica implantologica, disciplina alla quale ha dedicato la gran parte delle sue ricerche, note a livello internazionale, e che lo pongono nei primi 50 posti al mondo delle classifiche che tengono conto dell’impatto delle ricerche su taluni argomenti di implantologia.

Focus: l’implantologia

Tra le tante specializzazioni del Centro Odontoiatrico Fortis, oltre alla chirurgia orale e odontoiatria, si annoverano le più innovative tecniche di implantologie. Sfoglia questa sezione per approfondire.

  • Il carico immediato degli impianti

    I primi impianti messi a punto oltre 50 anni fa erano concepiti per una immediata realizzazione della protesi. Tali impianti erano caratterizzati da una alta percentuali di insuccessi. Verso la metà degli anni ’80 lo svedese Branemark mise a punto un sistema implantare, studiato per la prima volta con un grande rigore scientifico, che prevedeva una guarigione dell’osso intorno agli impianti protetta da un’assenza di carico masticatorio. A tal fine gli impianti rimanevano sommersi al disotto della gengiva per periodi di tempo variabili dai tre a sei mesi in relazione alla densità dell’osso in cui si posizionavano gli impianti, densità che è maggiore nella mandibola rispetto alla mascella.


    Negli ultimi anni l’attenzione dei ricercatori si è incentrata sulla possibilità di caricare immediatamente gli impianti evitando tuttavia la elevata percentuale di insuccessi che caratterizzava la vecchia implantologia.


    In realtà alcuni studi condotti sugli animali mostravano che il carico degli impianti poteva addirittura migliorare la qualità dell’osso intorno agli impianti. In seguito a ciò sono stati condotti numerosi studi sull’uomo che hanno fornito evidenze scientifiche di elevati successi con il carico immediato degli impianti eseguiti nella mandibola di pazienti totalmente privi di denti.


    Minori conoscenze ed evidenze scientifiche si hanno sul carico immediato di impianti posizionati nell’arcata superiore e nei pazienti con una dentatura solo in parte mancante.


    Il successo degli impianti caricati immediatamente è strettamente correlato alla loro stabilità al momento dell’intervento e dunque alla densità dell’osso in cui vengono posizionati.


    Ne consegue che la scelta di procedere all’immediato posizionamento di una protesi scaturisce da valutazioni intra-operatorie  e che il carico degli impianti, anche se programmato prima dell’intervento, può essere rimandato nel corso dell’intervento chirurgico in presenza di una non sufficiente stabilità degli impianti.


    Il carico degli impianti viene definito immediato, ma in realtà avviene nell’arco di 24-48 ore per la necessità di approntare in laboratorio il manufatto protesico.


    Recentemente è stato proposto il carico immediato di impianti posizionati immediatamente dopo una estrazione con risultati lusinghieri in termini di successo e di risultato estetico.


    Il Prof. Covani, Direttore del Centro Odontoiatrico Fortis, ha prodotto con il suo gruppo, talora in collaborazione con altri importanti Centri di ricerca universitari, lavori che sono stati pubblicati sulle principali riviste internazionali riguardanti implantologia, chirurgia orale e odontoiatria.

  • I vari tipi di impianto

    Esistono numerosi tipi di impianti dentari (cilindrici, conici, composti) ed altrettanto numerosi sistemi di connessione fra impianto e struttura protesica. 


    La commercializzazione degli impianti, così come di tutti i dispositivi medici, è rigorosamente regolamentata dalle normative europee, per cui gli impianti commercializzati devono rispondere a precisi requisiti merceologici e di qualità. 


    Nella pratica clinica comunque non esiste un impianto che sia migliore degli altri: la scelta dell’impianto è infatti subordinata alla situazione clinica ed alle esigenze estetiche di ogni singolo caso. In linea di massima è consigliabile utilizzare impianti che siano ampiamente utilizzati in una dimensione internazionale e che abbiano alle spalle una seria ricerca scientifica, pubblicata su riviste internazionali controllate.


    L’unità funzionale di implantologia del Centro Odontoiatrico Fortis utilizza una pluralità di sistemi implantari, scelti fra i  migliori a livello internazionale e tutti forniti di un back-ground scientifico confermato da studi pubblicati.


    Per i portatori di protesi implantare è inoltre importante segnalare che la nostra struttura, in ragione di una quarantennale attività implantologica dei nostri operatori, è dotata dello strumentario specifico e di un vasto magazzino, in modo da poter effettuare la manutenzione e la gestione delle complicanze di un gran numero dei sistemi implantari, sia di quelli ancora in commercio che di quelli usciti dalla produzione.

  • Impianti post-estrattivi immediati

    In un reperto di epoca pre-colombiana, databile al 650 d.C., sono stati trovati dei denti realizzati con frammenti di conchiglia ed inseriti nell'alveolo dopo l'estrazione.


    La pratica degli impianti post-estrattivi immediati è dunque antichissima, anche se il primo che ne ha proposto l'utilizzo in modo documentato è l'italiano Manlio Formigini intorno alla metà  del '900.


    Solo recentemente gli impianti post-estrattivi immediati sono stati oggetto di una serie di ricerche, sia sull'animale che sull'uomo, che hanno dato sufficienti evidenze scientifiche circa il loro utilizzo.


    In realtà, laddove correttamente eseguiti ed a condizione di avere una buona stabilità  iniziale, gli impianti possono essere posizionati nell'alveolo dopo un'estrazione (impianti post-estrattivi immediati) e la percentuale di successo sembra essere sovrapponibile a quella degli impianti posizionati dopo la guarigione dell'alveolo.


    A condizione che la loro stabilità sia elevata è addirittura possibile protesizzare immediatamente l'impianto in modo provvisorio (carico immediato), con ovvi vantaggi dal punto di vista della vita di relazione dei pazienti e dei tempi di guarigione dei tessuti.


    Il Prof. Covani, Direttore del Centro Odontoiatrico Fortis, insieme al suo gruppo di ricerca dell’Istituto Stomatologico Toscano ed in collaborazione con altri importanti centri, ha pubblicato sull'argomento ricerche apparse su qualificate riviste internazionali, così da farne uno dei gruppi più impegnati a livello internazionale nella ricerca sugli impianti post-estrattivi immediati.

  • Il carico immediato degli impianti

    I primi impianti dentari, messi a punto oltre 50 anni fa, erano concepiti per un'mmediata realizzazione della protesi, purtroppo però con un'alta percentuali di insuccessi. 


    Verso la metà degli anni ’80 lo svedese Branemark mise a punto un sistema implantare studiato per la prima volta con un grande rigore scientifico, che prevedeva la guarigione dell’osso intorno agli impianti in assenza di carico masticatorio. 


    A tal fine gli impianti rimanevano sommersi al disotto della gengiva per periodi di tempo variabili dai tre a sei mesi, in relazione alla densità dell’osso in cui si posizionavano gli impianti.


    Negli ultimi anni l’attenzione dei ricercatori si è incentrata invece sulla possibilità di protesizzare immediatamente gli impianti, evitando tuttavia l'elevata percentuale di insuccessi che caratterizzava la vecchia implantologia: si è così aperta la strada agli impianti a carico immediato.


    In realtà alcuni studi condotti sugli animali mostravano che l'immediata protesizzazione poteva addirittura migliorare la qualità dell’osso intorno agli impianti. In seguito a ciò sono stati condotti numerosi studi sull’uomo che hanno fornito evidenze scientifiche di elevati successi con il carico immediato degli impianti eseguiti nella mandibola di pazienti totalmente privi di denti.


    Minori conoscenze ed evidenze scientifiche si hanno sul carico immediato di impianti posizionati nell’arcata superiore e nei pazienti con una dentatura solo in parte mancante.


    Il successo degli impianti caricati immediatamente è strettamente correlato alla loro stabilità al momento dell’intervento e dunque alla densità dell’osso in cui vengono posizionati.


    Ne consegue che la scelta di procedere all’immediato posizionamento di una protesi scaturisce da valutazioni intra-operatorie  e che il carico immediato, anche se programmato preventivamente, può essere rimandato nel corso dell’intervento chirurgico in presenza di una non sufficiente stabilità degli impianti.


    Il carico degli impianti viene definito immediato, ma in realtà avviene nell’arco di 24-48 ore per la necessità di approntare in laboratorio il manufatto protesico.


    Recentemente è stato proposto il carico immediato di impianti posizionati immediatamente dopo un'estrazione, con risultati lusinghieri in termini di successo e di risultato estetico.


    Il Prof. Covani, Direttore del Centro Odontoiatrico Fortis, con il suo gruppo di ricerca dell’Istituto Stomatologico Toscano e talora in collaborazione con altri importanti Centri di ricerca universitari, ha prodotto lavori che sono stati pubblicati sulle principali riviste internazionali.

  • Implantologia: le domande più frequenti (FAQ)

    Quanto è doloroso l’intervento?


    L’intervento viene fatto in anestesia locale ed è indolore. Solo dopo che passa lo stato di anestesia è possibile avvertire un po’ di dolore. Tale dolore è assai modesto e assimilabile a quello di una estrazione dentaria.


    Quanto è lungo l’intervento?


    Gli interventi di implantologia a una arcata durano fra i 20 ed i 40 minuti a seconda del numero di impianti posizionati.


    Si possono inserire contemporaneamente impianti sia nell’arcata superiore che in quella inferiore?


    Gli interventi implantologici sono interventi mini-invasivi per cui è possibile inserire più impianti in diverse posizioni della bocca e nelle due arcate.


    Quando potrò mettere i denti?


    Usualmente ci sarà un tempo di attesa di 1-4 mesi dopo l’intervento prima di passare alla fase della protesizzazione, che durerà da una a due settimane. In casi selezionati è possibile effettuare il carico immediato degli impianti.


    È possibile effettuare l’intervento in anestesia generale?


    Tutti gli interventi di implantologia possono essere effettuati in anestesia locale senza che il paziente avverta la benché minima sensazione dolorosa. Esiste tuttavia una domanda crescente di ridurre non tanto il dolore quanto lo stress, la paura o l’ansia. L’Istituto Stomatologico Tirreno, operando nell’ambito dell’Ospedale della Versilia, può contare sull’opera degli Anestesisti che possono assistere l’intervento sia in sedazione cosciente che in anestesia generale.


    Gli impianti possono essere inseriti subito dopo un’estrazione?


    Gli impianti possono essere inseriti immediatamente dopo una estrazione con elevate percentuali di successo. Ovviamente occorre che il caso sia adeguatamente selezionato ed esistano le condizioni intra-operatorie per l’immediato posizionamento dell’impianto.


    Laddove l’impianto non possa essere inserito immediatamente questo sarà possibile dopo un’attesa che andrà dai 30 ai 180 giorni.


    È possibile sostituire i denti mancanti con una protesi provvisoria durante il periodo di guarigione?


    Esistono diverse soluzioni sia fisse che rimovibili. In ogni caso si cerca di evitare i tutti i modi che il Paziente resti provvisoriamente senza denti.


    È possibile guidare dopo l’intervento?


    L’intervento è del tutto assimilabile ad una estrazione dentaria per cui non esistono controindicazioni alla guida, se il Paziente si sente in grado di farlo.


    Dopo l’intervento sarà necessario effettuare una terapia medica?


    In generale saranno prescritti farmaci antibiotici, analgesici e disinfettanti del cavo orale.


    Gli impianti possono essere di aiuto nei portatori di dentiera?


    Se la dentiera è relativamente nuova è possibile conservarla inserendo un minimo di 2 impianti che contribuiranno a darle stabilità.


    Che tipo di capsula può essere usata sugli impianti?


    Gli impianti possono supportare diversi tipi di capsule e ogni caso richiede una soluzione adeguata che dovrà essere discussa e concordata con il chirurgo e il protesista.


    Gli impianti dentari rappresentano la soluzione definitiva?


    Gli studi più recenti mostrano elevate percentuali di successo anche dopo 20 anni. Molto dipende, come per qualsiasi altro manufatto, dalla assidua manutenzione e dai periodici controlli.


    Esiste la possibilità che gli impianti subiscano il fenomeno del rigetto?


    Il rigetto da un punto di vista biologico colpisce organi e tessuti (un cuore, un rene, un fegato) e non esiste dunque per sostanze elementari come il titanio. Il titanio è uno dei materiali più biocompatibili (incapace cioè di dare una risposta immunitaria e/o infiammatoria) ed è largamente usato in molti campi della medicina senza che si realizzino risposte immunitarie. In altre e più semplice parole non esiste un’allergia al titanio.


    Gli impianti necessitano di speciali attenzioni da parte del Paziente?


    No, la salute degli impianti necessita delle attenzioni che servono a mantenere la dentatura naturale. È pertanto importante un accurato spazzolamento quotidiano e periodici controlli dal Dentista e dall’Igienista dentale. In assenza di questo impegno diventa impossibile assicurare la salute dei denti e degli impianti.


    Perchè l’igiene orale è così importante?


    Intorno al collo impiantare esiste un colletto di tessuti molli (gengiva, tessuto connettivo) che rappresenta una barriera alla progressione della placca batterica in profondità verso l’osso di supporto degli impianti. La quotidiana e accurata rimozione della placca al colletto previene la progressione dei batteri in profondità e quindi l’insuccesso degli impianti per infezione.


Unità funzionale di patologia orale

La cavità buccale è normalmente rivestita da un tessuto liscio e di colore rosa che prende il nome di mucosa orale.

Qualunque alterazione di questo aspetto può essere un segnale dell’instaurarsi di un processo patologico, di cui il più grave di questi è certamente il cancro orale.

Di seguito alcuni dei tanti segni che possono avvertire l’inizio di un processo neoplastico:


  • chiazze rossastre (eritroplasia) o chiazze biancastre (leucoplachia);
  • una piaga che non riesce a guarire e sanguina facilmente;
  • un nodulo o ispessimento della mucosa della bocca;
  • mal di gola cronico o raucedine;
  • difficoltà a masticare o deglutire.
  • La prevenzione

    Questi cambiamenti possono essere rilevati su tutti i tessuti orali e periorali e in particolare sulle labbra, sulle guance, sul palato, sul tessuto gengivale che circonda i denti e sulla lingua. Sono inoltre da considerare eventuali tumefazioni che dovessero comparire sul collo o al di sotto della mandibola.


    L'unità funzionale di patologia orale del Centro Odontoiatrico Fortis è dotata di un dispositivo all'avanguardia, il Velscope, che sfruttando la naturale fluorescenza dei tessuti permette lo screening precoce di tutte le lesioni della mucosa orale, fondamentale per una prognosi quanto più positiva. 


    È importante sapere che nonostante il dolore non si sempre presente, ed in particolare non spesso associato al cancro orale, è tuttavia consigliato sottoporsi ad una visita specialistica in presenza di ogni dolore facciale e/o orale senza una causa apparente.


    Idealmente si raccomanda una visita odontoiatrica semestrale, cardine della prevenzione, che deve sempre comprendere un attento esame delle mucose, al fine di intercettare eventuali lesioni silenti.

    Non bisogna dimenticare che la bocca, fin dai tempi antichi, è un importante specchio della salute generale.


    Per questo è importante non ignorare neoformazioni, ulcere varie o qualsiasi alterazione della normalità: qualora dovessero manifestarsi i sintomi discussi o anche solo in presenza di dubbi, si consiglia di contattare il Centro Odontoiatrico Fortis e a fissare un consulto.

Focus: le formazioni cancerose del cavo orale

Il Centro Odontoiatrico Fortis è dotato di tecnologie all'avanguardia per la diagnosi precoce ed il trattamento di formazioni benigne o maligne del cavo orale, con terapie mirate nel settore della chirurgia orale.

  • Il cancro orale

    Il cancro del cavo orale e dell’orofaringe è tra i 10 più comuni tumori maligni. Secondo i più recenti dati epidemiologici della Organizzazione Mondiale della Sanità, il carcinoma squamoso della mucosa orale e dell’orofaringe è precisamente al 9° posto tra i più frequenti tumori maligni umani, con un numero di pazienti l’anno molto simile a quello delle leucemie e linfomi, e maggiore rispetto ad altri e più noti tumori come il carcinoma dell’utero o della prostata.


    Si stima inoltre che tale prevalenza sia destinata ad aumentare nei prossimi anni in relazione alle recenti segnalazioni di un incremento della incidenza di carcinomi orali in alcuni paesi del nord Europa e in pazienti in giovane età.  La mortalità dei pazienti affetti da cancro orale è in assoluto tra le più alte e, contrariamente al recente incremento delle percentuali di guarigione osservate per molti tumori maligni (quali il cancro del colon, mammella e il melanoma), è inspiegabilmente stabile da oltre 20 anni. Attualmente la sopravvivenza a 5 anni dei pazienti affetti da tale patologia è inferiore al 50%, e le terapie chirurgiche, radioterapiche e chemioterapiche necessarie sono così invasive, complesse, debilitanti e sfiguranti che, anche nei sopravvissuti, la qualità di vita risulta spesso compromessa e tale da condizionare spesso lo status psicofisico dei pazienti in misura permanente e, a volte, inaccettabile.


    I maggiori fattori eziologici sono rappresentati dall’abuso di tabacco in tutte le sue forme (in primis il fumo di sigaretta, ma anche tutte le altre forme di utilizzo) e dall’abuso di bevande alcoliche e superalcoliche. In particolare, l’associazione di entrambi i fattori espone ad un rischio di ammalarsi di questa patologia oltre 20 volte più alto rispetto ad un non fumatore/bevitore.


    In questa ottica si evince chiaramente il ruolo fondamentale dell’operatore esperto che, nel corso di visite di routine o di screening mirati, può evidenziare precocemente piccoli carcinomi del cavo orale (o loro precursori definiti “lesioni precancerose”) e consentirne una terapia adeguata, semplice, risolutiva, poco invasiva per il paziente e socialmente poco costosa.


    Il servizio di patologia orale del Centro Odontoiatrico Fortis si avvale dell’esperienza del prof. Ugo Covani, già titolare per diversi anni della Cattedra di Patologia Speciale Odontostomatologica dell’Università di Genova, coadiuvato dal dott. Vittorio Pacini, medico chirurgo specialista in Stomatologia e da oltre 10 anni collaboratore dell’Istituto, e si avvale di esami strumentali avanzati tra i quali il Velscope.


    Si tratta di un nuovo e relativamente recente approccio alla diagnosi di cancro orale che utilizza apparecchi che sfruttano le proprietà ottiche dei tessuti. Esistono infatti apparecchi che sono in grado di analizzare l’autofluorescenza dei tessuti e di coglierne eventuali variazioni. Questo ha consentito di osservare che lo sviluppo del cancro si associa con la perdita della normale autofluorescenza dei tessuti.


    Tale fenomeno è una conseguenza  del rimodellamento tissutale e dell’aumento del metabolismo, costantemente associati  allo sviluppo neoplastico.


    La visualizzazione con la luce normale può permettere di percepire solo una frazione delle differenze di spettro che esistono fra i tessuti malati e quelli normali, mentre l’utilizzo di specifiche apparecchiature consente di cogliere meglio e più precocemente tali alterazioni.


    Oggi è possibile, grazie ad uno strumento, il Velscope, illuminare la mucosa orale e indurre i tessuti ad emettere la loro flurescenza e, sempre attraverso una osservazione con questo apparecchio, valutarne eventuali alterazioni. Ovviamente si tratta di uno strumento specialistico che richiede una adeguata esperienza e che è in grado di amplificare i segnali che giungono dai tessuti ed in ragione di questo consentire diagnosi più precoci. L’Istituto Stomatologico Toscano è stato fra i primi centri in italia a disporre di questa tecnologia, di cui fa un largo uso.

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